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Il 21 Aprile Game Boy compiva ben 25 anni, auguri vecchio!

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21 aprile 1989

Anno glorioso, da li a poco sarebbe crollato il muro di Berlino, sarebbe fallito un attentato al giudice Giovanni Falcone, i Pink Floyd, senza Roger Waters, avrebbero suonato in piazza San Marco, uscirà in America la prima puntata dei Simpson sul canale Fox, sarei nato io!

E in Giappone? Usciva la console

Non era la prima a sbarcare nel mondo, ma lei…lei era diversa.
La prima console portatile ad arrivare sul mercato, con 10 anni di anticipo, fu la Microvision, se ne andò in fretta, dicono per problemi tecnici e mancanza di giochi, così fu la Game Boy a entrare prepotentemente nelle nostre casa, stravolgendo per sempre il concetto di videogioco tascabile.

Il Game Boy che ha segnato la nostra infanzia

Un po’ come quando arriva la velina nuova. È sempre più accessoriata di quella di prima.
La ricordo sempre con affetto e amore. Con quel suo schermo giallo, verde, nero, che appena ti metti al sole non vedi più una cippa. Allora provavi a coprire lo schermo con la mano, ma non ti bastavano le mani per usare i tasti.
Quando mettevi la cassetta e c’era rimasto un briciolo di polvere la scritta Nintendo calava come se fosse un groviera.
Allora andava levata, bisognava soffiarci dentro e riprovare.
Di cose positive ne aveva davvero tante. A partire dal Tetris, che trovavi già nella confezione quando lo andavi a comprare. Era un piccolo pensierino che faceva la differenza eccome.

gameAveva un consumo scarso di energia, si poteva giocare a Super Mario per almeno 20 ore prima di dove cambiare le pile, e se non eri stato una brava formichina con le pile allora si che scoppiava la tragedia. Lui quando non ne poteva più si spegneva e mica si poteva salvare. Però prima di lasciarti a piedi ti avvertiva (tenero lui) con quella sua piccola lucina rossa che piano piano si affievoliva, un po’ come l’occhietto rosso di Terminator, che alla fine si spegne così, senza essere riuscito a far fuori tutte quelle persone. Ma quando si arrendeva, tu dovevi cercare quelle 4 pile (quelle grosse, come le chiamo io). Nessun orologio a muro, nessun telecomando, nessun oggetto che andasse a pile era al sicuro. Si cercavano davvero ovunque. Ma era bello lo stesso, per gli amici si fanno questi sacrifici, e ci si sbatte per trovare la cosa di cui ha bisogno. Sono passati 20 anni da quell’aprile. 20 anni dove è uscito di tutto, console sempre più grandi e sofisticate, quelle portatili con schermi sempre più grandi e miliardi di colori. Di tutte le forme per migliorare l’ergonomicità (si dice no?), invece tu avevi 3 colori, gli spigoli rotondi, un totale di 5 tasti ( se le freccette psi possono considerare un tasto unico), musichette con un paio di note sempre quelle, ma quei gin-gol hanno fatto la storia. Storia che hai scritto anche tu. Storia dei videogiochi. Storia di tutti i ragazzi.

Nel 2007, la Nintendo ha ritirato il tuo nome, come si fa con il numero delle maglie di quei grandi campioni dello sport che ormai sono stelle appiccicate al firmamento e nei cuori di tutti.



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