Domenica, 8 settembre 2024 - ORE:03:10

Il giornalista videoludico #2

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Enormi, cattivi e difficili da battere: i boss finali

Cosa sarebbe un videogioco senza un boss finale da sconfiggere? Solo un’avventura lineare poco stimolante. I boss finali ci regalano proprio i momenti più belli ed emozionanti di un videogame, che sia esso uno sparatutto, un GdR o un’avventura. Alcuni di questi boss sono divenuti davvero delle superstar superando per fama anche il protagonista del gioco stesso, come ad esempio Psyco Mantis in Metal Gear Solid. Visto che elencare tutti i boss finali sarebbe impossibile, di seguito ho inserito la mia personale lista dei boss che mi hanno regalato i combattimenti che non scorderò mai.

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Anteprima settimanale di Far Cry 4

Tenetevi forti, cari lettori, tra un mese esatto da oggi si vola in Nepal per vivere un’avventura fra spettacolari sogni e cruda realtà. La Ubisoft Montreal questo volta ha dato il meglio di sè e dalle fucine di questa magnifica casa di produzione è saltato fuori Far Cry 4, il miglior FC della serie.

Come la Ubisoft ci ha ormai abituato, anche in FC4 avremo un nuovo protagonista, Ajay Ghale, un nativo civilizzato che torna alla sua terra d’origine, il Nepal, per raccogliere le ceneri della madre ma viene invischiato nella rivolta del popolo ai danni del dittatore Pagan Min. Avendo potuto provare la demo non vi nascondo che questo sarà un titolo spettacolare che consiglio a tutti di prendere al lancio. Nella demo stesso c’è tutta l’essenza del gioco: planate mozzafiato con tuta alare, momenti stealth e shooter, uso di armi da fuoco e di armi bianche, un ben progettato reticolo di edifici che serviranno da riparo per il nostro eroe e per concludere la sezione più bella del gameplay, i viaggi onirici.

La componente onirica, già apprezzata nella parte conclusiva di FC, è stata perfezionata con l’aggiunta di grandi novità quali: arco e un pugnale, saremo accompagnati da una maestosa tigre bianca e sconfiggeremo i nemici, dei demoni di tradizione orientale. Far Cry 4 è un gioco con i muscoli che riprende molte componenti del capitolo precedente migliorandone numerosi aspetti e aggiungendo nuove features.

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Recensione settimanale per Destiny

500 milioni di dollari e 5 anni di lavorazione sono solo due degli incredibili numeri che Destiny è costretto a portarsi dietro come un macigno sulle spalle che rischiava di schiacciare questo ottimo gioco. Prima di scendere nell’aspetto tecnico del titolo, parliamo un po’ della trama. Destiny è ambientato nell’anno 2714, la cosiddetta epoca d’oro della terra si è conclusa, un’epoca che ha portato alla colonizzazione di nuovi pianeti.

Queste colonizzazioni hanno portato guerre e ribellioni all’interno del sistema solare ed anche oltre, a conseguenza di ciò la popolazione terrestre è stata sterminata, fatta eccezione per la torre. Il giocatore sarà un Guardiano che partirà dalla torre per sconfiggere le minacce che persistono nel nostro pianeta ed in quelli del nostro sistema solare. Destiny è un FPS improntato su uno stile di gioco in RPG quindi basato su livelli, abilità ed esperienza. Che la Bungie si sia ispirata per lo sviluppo del titolo ad Halo e Borderlands è chiaramente visibile.

Ogni giocatore potrà scegliere fra 3 classi: i titani, ossia tank capaci di grande volume di fuoco, i cacciatori, specializzati in armi da taglio e colpi dalla distanza e gli stregoni, coloro che preferiscono magie e poteri oscuri alle armi. Successivamente sceglieremo la razza ed il nostro aspetto, personalizzabile a livelli estremi con un layout piacevolmente strutturato. Dopo aver potenziato e personalizzato il nostro eroe nella “torre” saremo pronti a salire a bordo della nostra astronave e viaggiare alla volta di un pianeta da esplorare.

Le missioni si dividono in due fasi: la prima è quando atterreremo nella regione da noi designata e, facendoci strada fra i nemici, raggiungeremo il posto richiesto dalla determinata missione mentre nella seconda fase raggiungeremo il luogo dove porteremo a termine gli obbiettivi della missione stessa. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico il titolo targato Bungie vanta una grafica splendida stilisticamente, una colonna sonora di grande atmosfera ed una buona longevità, arricchita da un’ottima modalità PVP.

Come titolo singolo Destiny non ha centrato in pieno tutte le aspettative e gli obbiettivi posti dagli sviluppatori ma sarà un’ottima saga e un’ottima partenza su cui lavorare. Come il community manager della Bungie, David Dague, ha dichiarato Destiny è un progetto programmato per durare ed evolversi nell’arco di 10 anni quindi non ci resta che videogiocare ed aspettare i nuovi contenuti della Bungie.

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Retrogaming: Crash Bandicoot (1996)

Se Mario sta alla Nintendo e Sonic sta al Sega, senza alcun dubbio Crash sta alla PlayStation. Anche se in matematica non siete dei geni, attraverso questa semplice proporzione capirete che Crash Bandicoot è considerato un grande personaggio dei videogames e la sua serie è una delle più fruttuose di sempre. Oggi vedremo il primo capitolo della serie che solo in Giappone ha venduto più di 700.000 copie.

Il gioco si manifesta subito come un platform 3D in cui vestiremo i panni di Crash, un Bandicoot catturato dal dottor Neo Cortex che viene mutato geneticamente ma che riesce a scappare dal laboratorio del malvagio dottore e si ritrova catapultato nelle isole Wumpa, teatro delle vicende, con lo scopo di liberare la sua fidanzata Tawna rimasta prigioniera al laboratorio. Anche se la trama può sembrare banale Crash Bandicoot (1996) è entrato nel cuore di ogni videogiocatore grazie al suo gameplay divertente ed ad un personaggio vivace e colorato. Crash è l’unico titolo che avrete voglia di rigiocare sia 10 minuti dopo averlo concluso sia 10 anni dopo dall’ultima accensione.

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Indie Zone: Fallen London

I ragazzi di Failbetter Game hanno pensato bene di inabissare la Londra vittoriana ben un miglio sotto il livello del mare, come avrà reagito la regina? Fallen London è un browser game che ci catapulterà in un mondo inquietante, fantastico e meritevole di essere vissuto. Questo titolo è un librogame che sembra uscito dalla penna di Oscar Wilde e che ci farà vivere un’esperienza ludico-letteraria di tutto rispetto, in quanto saremo noi a creare la nostra avventura tramite la nostra fantasia ed il nostro operato nel gioco.

Fallen London non è un titolo per tutti e le dinamiche da browser game sono parecchio limitanti ai fini del divertimento ma è un titolo che consiglio di provare e sono certo che alcuni di voi si innamoreranno visto la sua eccellente scrittura e la sua lore immensa.

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Hardware: Torq X10

Visto che nello scorso episodio ho recensito una tastiera da gaming mi sembrava doveroso accoppiarle un mouse di tutto rispetto: il Torq X10. Gli sviluppatori della EVGA hanno creato un mouse efficiente, competitivo e dal piccolo prezzo, 60€. La personalizzazione della periferica è a livelli mai visti infatti potremmo regolare l’altezza, il peso, la sensibilità e perfino il colore dell’illuminazione.

La componente più importante di questo prodotto è senza ombra di dubbio il sensore Avago 9800 preciso e regolabile fino a 8200 punti per pollice. Il Torq X10 è un ottimo prodotto con una buona qualità di materiali e un prezzo competitivo, un ottimo compagno di giochi per chi non vuole spendere molto pur non rinunciando alla qualità.

Le vostre domande:

@Carmelo Seven mi ha scritto nel precedente numero: “Stupendo AC Unity, la storia sembra un film dal trailer” Caro Carmelo, l’intera saga di AC ci ha abituato ad avere dei trailer spettacolari e facilmente traslabili in filmografia. Con Unity la storia si ripete e si arricchisce vista la location, Parigi riprodotta in scala 1:1 e la coinvolgente musica che accompagna il trailer.

Scrivi una domanda nella sezione commenti sottostante e nell’articolo del 25 ottobre 2014 troverai una risposta secondo il modesto parere di un semplice giornalista videoludico.

Ad maiora!



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